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San Donato, approvato il Pgt. E fuori i cittadini infuriati

Intervengono le forze dell'ordine per sedare gli animi dopo l'estenuante trafila di sedute necessarie ad approvare il nuovo piano di governo del territorio

Il consiglio comunale di San Donato Milanese si trasforma in un'accesa curva da stadio per l’approvazione del piano di governo del territorio, arrivata dopo quattro convocazioni tenutesi repentinamente nelle giornate di mercoledì 26, giovedì 27, venerdì 28 e con la massima urgenza nella mattinata di domenica 30 ottobre 2011.

Il Pgt viene votato da undici esponenti del Pdl, compreso il sindaco, tre rappresentanti del gruppo La città domani con Dompè sindaco, un membro del gruppo misto e l’outsider Giacinto Calculli appartenente ai Moderati di centro. Contro a questa decisione si sono schierate le minoranze, con sole nove presenze in aula dopo l’estenuante maratona. La Lega non partecipa, mentre nel Pdl risulta assente giustificato Cafaro e si astiene Lusetti.

Ma l'attenzione dei presenti non è stata certo catturata dal display riportante i numeri: ben altro ha catalizzato l’interesse sin dall’inizio di questa insolita seduta festiva. Urla, contestazioni, striscioni, che hanno portato, come naturale conseguenza, alla fine, l’intervento delle forze di polizia locale e carabinieri. Tutto questo è stato necessario per tenere a bada un'incandescente manifestazione che ha preso vita fuori dal municipio, inattesa solo fino a un certo punto. Infatti alcuni militanti leghisti, appoggiati da gruppi di cittadini (soprattutto di Poasco) prima aspettano pacificamente fuori dal portone comunale, poi si scatenano urlando verso il palazzo: «dittatura, dittatura!» e verso i banchi della giunta: «vergogna!», agitando cartelli e fogli con scritto «Giù le mani da Poasco».

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