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San Donato: 2000 firme che uniscono Rifondazione e Lega nord

Un comitato nato nel gennaio scorso per impedire la cementificazione dell'ex canale navigabile di San Donato Milanese. Sostenuto prima solo da Rifondazione comunista ha riscosso piano piano il consenso di altre forze politiche, prima fra tutte della Lega nord

campagnettaDuemila. È la quota di firme raccolte dal Comitato “Giù le mani dalla Campagnetta”, nato nel gennaio 2009 per impedire la cementificazione dell’ex canale navigabile di San Donato Milanese, la “Campagnetta” da 60.000 mq compresa tra Via Di Vittorio e i capannoni industriali di Civesio.  

Stando al Piano Regolatore, la striscia non è edificabile ed è anzi destinata alla realizzazione di un parco. Quando a settembre 2008 la società Regondino, proprietaria dell’area, ha presentato al Comune una proposta di edificazione, alcuni abitanti del quartiere si sono riuniti per dire “no al cemento”. «Se il progetto Regondino andasse in porto», spiegano, «ci troveremmo 700 abitanti in più, in un quartiere in cui già oggi ogni residente dispone solo di 1 mq di verde contro i 15 stabiliti dalle norme urbanistiche. Invece di un parco avremmo un giardino». 

Oltre alle firme, il Comitato ha incassato altri successi. Di recente, ha scovato un rapporto della Regione Lombardia che sembrerebbe assegnare alla Campagnetta una rilevanza che va al di là del contesto comunale. Secondo la Regione infatti, una sistemazione a verde dell’ex canale permetterebbe di unire le due parti ora divise della Vettabbia, il parco agricolo-urbano che si estende da Corvetto a Melegnano. Un’occasione anche per tracciare una “via delle abbazie” ciclabile, che colleghi Chiaravalle a Viboldone e Mirasole.

Sostenuto all’inizio solo da Rifondazione Comunista, ora il Comitato ha dalla propria un nutrito gruppo di politici. Dalla Lega al centrosinistra, passando per Luca Squeri del Pdl, pochi sono rimasti insensibili alle 2000 firme. Dal canto suo, il Comitato si definisce «apartitico», ma, precisa, «apartitico non significa apolitico. Noi perseguiamo una politica sociale che sta dalla parte della cittadinanza».

Alcuni di loro hanno votato Mario Dompè, il sindaco di centrodestra cui ora rimproverano una mancanza di chiarezza sulla questione Campagnetta. «Il comune dice che la decisione finale sarà contenuta nel Piano di governo del territorio, ma intanto nel bilancio 2010 dell’amministrazione si prevedono 300.000€ di entrate provenienti da opere di costruzione sulla Campagnetta. E per i tecnici del Piano le nostre richieste sono da “libro dei sogni”».

I detrattori del Comitato ricordano che gran parte degli appartamenti da costruire sull’area verrebbero destinati ai giovani ad affitti stracciati, come annunciato dallo stesso Dompè. Il Comitato risponde che l’edilizia agevolata andrebbe distribuita equamente sul territorio, «mentre negli altri quartieri ci sono solo case ad edilizia libera». L’amministrazione infine ha sottolineato quanto elevato sarebbe per il Comune l’esborso per un eventuale acquisto dell’area, come vorrebbe il Comitato.   

Il quartiere Di Vittorio, il più densamente popolato di tutta San Donato, si sente trascurato rispetto ad altre zone. «Si parla di Metanopoli come di un modello di sostenibilità ambientale, fiore all’occhiello del Sud Milano, mentre a noi tolgono l’unica possibilità di avere un parco. Come se non fossimo già stati penalizzati in passato dal boom edilizio e dal raddoppiamento del vicino passante ferroviario, che ci isola dal resto di San Donato. Siamo i figli illegittimi di Enrico Mattei».

Ora che, grazie ad un maggiore sostegno politico, il futuro della Campagnetta sembra ritingersi di verde, il Comitato assicura che andrà avanti. «Dobbiamo assicurarci che si faccia il parco. E poi il comitato si è rivelato un’opportunità di aggregazione cittadina che sarebbe un peccato sprecare».





 
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